Nella seconda metà dell''800 l'Italia fu l'ultima delle Potenze europee a inserirsi nella contesa coloniale. Esploratori, missionari e commercianti si avventuravano in territori sconosciuti dell'Africa per aprire la via a possibili stabilimenti commerciali, protettorati e colonie.
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I governi italiani, superati i molteplici problemi dovuti alla recente unificazione del Paese e stabilizzata la posizione dell'Italia nel concerto europeo, cominciarono a indirizzare il loro sguardo verso l'oltremare. Artefice della politica coloniale fu il Ministro degli Esteri Pasquale Stanislao Mancini, il quale, dopo le occasioni mancate in Tunisia, Egitto e Libia, indirizzò le sue mire verso le sponde africane del Mar Rosso convinto di trovare lì “le chiavi del Mediterraneo”. Le navi italiane sbarcarono nel 1885 sulle coste eritree del Mar Rosso dove si creò la prima colonia che si espandeva per 400 chilometri da Assab a Massaua e costituirà la base dell'Impero Coloniale Italiano che nell'arco dei successivi cinquant'anni si svilupperà nel Corno d'Africa. In Appendice sono riportati alcuni interessanti Documenti Ufficiali sugli esordi del colonialismo italiano nel Mar Rosso e in Africa Orientale.
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PUGCR@Biblioteca Consiglio Regionale della Puglia Teca del Mediterraneo