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Il naturalismo ebbe un epicentro francese e si allargò ben presto a tutta Europa. In Italia prese il nome di verismo ed ebbe in Verga e Capuana i massimi propugnatori delle sue teorie. I due siciliani avevano ben chiare le matrici francesi della nuova poetica.
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Questo libro mostra tale consapevolezza, illustrando i rapporti fra Verga e Capuana da un lato e Zola dall'altro e allargando lo sguardo anche ai grandi maestri del realismo francese (Flaubert soprattutto). Inoltre i saggi raccolti mettono in luce la rete delle relazioni internazionali che la cultura del realismo e del verismo italiani aveva intrecciato, grazie anche alla apertura cosmopolita di una rivista come la "Rassegna settimanale", a cui collaborarono Verga, Serao, Fucini, Pratesi e De Marchi. Infine un intervento dedicato al cinema evidenzia l'influenza della linea Verga-Zola su Visconti e sulla stagione del neorealismo.