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Mia non è il vero nome della protagonista. In realtà la bambina si chiama Milena, ma mia è la prima parola che ha pronunciato e che continua a ripetere con determinazione. Mia è egoista e la sua smania di ottenere sempre ciò che vuole mette in difficoltà chi le sta intorno.
[...]
La mamma mette alla prova la bambina quando la invita a scegliere un gioco da donare a Fausto, un dottore che lo porterà a dei bambini lontani che non hanno giocattoli. Mia non vuole cedere, ma alla fine, a denti stretti acconsente di dare una pallina della sua collezione. Il giorno dopo, tesa e nervosa, porta a scuola il vaso delle palline, è così agitata che il vaso cade per terra in classe e le palline saltano dappertutto. La sua unica amica Lisa la aiuta a raccoglierle. Mia perde il controllo, tra le lacrime cerca di recuperare più che può, ma, quasi per incanto le palline che si mette in tasca ri-scivolano a terra. È a questo punto che Mia si accorge di quanto il suo comportamento sia fuori posto. La guardano tutti e lei comprende. Sceglie la pallina da donare a Fausto e si sente come risanata da una furia che non riusciva a controllare: un sogno di bambina.