Giuseppe Conte intraprende un viaggio avventuroso nel territorio della visione, che fin dall’antichità tiene insieme immaginario e sguardo sul mondo.
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Da Dante a William Blake e Walt Whitman, nell’incontro tra Poe e Baudelaire, nella polarità di Ungaretti e Montale, Conte rende il suo sapiente omaggio ai poeti veggenti e visionari della storia, che - come lui stesso afferma - hanno spinto il loro spirito ai confini dell’invisibile, in cerca di verità e di infinito.