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Fabio è un sedicenne che vuole essere allegro, fare nuove esperienze, conoscere la vita e l'amore. È carino, spiritoso, ribelle, guarda DrangonBall e ha poca voglia di studiare. Un ragazzo come tanti, con qualcosa in più: un deambulatore. Un aggeggio metallico che gli serve per compiere ogni passo della sua esistenza.
[...]
Michela ha la stessa età di Fabio e quando suo padre muore lascia la scuola e va a lavorare in negozio con la madre; è figlia di una parrucchiera di periferia. Fabio e Michela s'innamorano e il loro è un amore normale, come quello di tanti giovani: il girello ripiegato e infilato tra loro quando lei gli dà un passaggio in motorino, dimenticato in un angolo quando si baciano sdraiati su un prato o sul tappeto del negozio, il lunedì, giorno di chiusura. Un amore normale per loro, normale per gli amici. Finché non entrano in campo i genitori: la madre di Michela non vuole che sua figlia si veda con un "diversamente abile" e questo scatena il sentimento classista dei genitori di lui, ricchi professionisti. Ai due giovani viene vietato di vedersi. Ma Fabio e Michela si ribellano, scappano di casa, si nascondono in un luogo impervio, in montagna. Fabio, in questo frangente, riuscirà a compiere imprese apparentemente impossibili per un ragazzo nelle sue condizioni, allo scopo di costringere i genitori ad accettare il suo diritto non solo a camminare, ma a vivere un amore e una vita normali.