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Sono almeno due decenni che Stiglitz sottopone la finanza, la globalizzazione e le politiche economiche dei grandi della terra a critiche puntuali e documentate. Ma dopo i due anni che abbiamo passato, le sue osservazioni suonano come avvertimenti, le sue critiche come diagnosi, le sue analisi come descrizioni accurate di ciò che stava per accadere.
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Però, nonostante quanto è accaduto, le banche continuano le loro attività come prima e in alcuni settori la deregulation procede a ritmo sostenuto; ma se si vogliono evitare altri terribili disastri, bisogna ripensare radicalmente i fondamenti dell'economia mondiale. Stiglitz non si limita a criticare, ma si impegna a tracciare un percorso di uscita dalla situazione attuale, un cammino costruito intorno a quelle idee che lo hanno reso un referente imprescindibile dell'economia internazionale. Il volume non è dunque soltanto la sintesi delle sue riflessioni teoriche e la cronaca puntuale di una bancarotta globale annunciata, ma anche un'esortazione a ristabilire l'equilibrio tra mercati e governi, e la dimostrazione che dagli economisti bisogna esigere meno ideologia e più idee.