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C'è davvero una grande differenza tra un soldato in guerra e un terrorista suicida? Quale tipo di violenza è considerata "legittima" e perché? Dopo 1' 11 settembre 2001, per molti gli "attentatori suicidi" sono divenuti l'icona di una "cultura di morte islamica", un salto concettuale cheAsad considera problematico.
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A partire dalle ricerche intraprese in campo sociale, politico e antropologico, l'autore mette in discussione la concezione occidentale di morte e uccisione, analizza l'idea di "scontro di civiltà" e le argomentazioni avanzate per giustificare l'attuale guerra al terrore, puntando l'attenzione sulla nostra risposta emotiva al suicidio (compreso il terrorismo suicida) e sull'orrore che esso evoca. Con quest'analisi originale e provocatoria di uno dei fenomeni più complessi del mondo contemporaneo, Asad esamina il terrorismo suicida da punti di vista inediti, pungolando il lettore a prendere distanza da risposte preconfezionate al terrorismo, alla guerra e agli attacchi suicidi.