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A OTRANTO CON CB INSIEME, NEL SUD DEL SUD DEI SANTI

A OTRANTO CON CB INSIEME, NEL SUD DEL SUD DEI SANTI

Lecce, Archivio Carmelo Bene

A OTRANTO CON CB
INSIEME, NEL SUD DEL SUD DEI SANTI
Parole folgoranti, parole favola, parole preghiera, parole cielo, vento e infinito. Parole suono, quelle dell’incanto, della devozione, quelle del gioco. Carmelo, il “chierichetto delle duemila Messe”, è stato celebrato ieri, apparso in forma di statua, con coltello, crocifisso e sigaretta nella Otranto che lo accolto negli ultimi anni della sua “inqieta” vita.
Una festa appassionata, «un atto devozionale, ‒ lo ha definito PIETRANGELO BUTTAFUOCO nel suo prologo ‒ un atto d'amore nei confronti di chi, avendo la giusta lama, riesce a squarciare quel tanto che basta per cogliere il bello e, soprattutto, l'ascolto. La giusta voce che diventa parola, che con parola costruisce e, costruendo, qui in questo luogo - che è il luogo fatto di luce, di mare, di folla - raduna intorno a sé la quintessenza di qualcuno che non è stato semplicemente all'obbedienza della scrittura per dire, ma di colui che ha saputo estrarre dall'essenza stessa della voce quel che completa il punto di poesia».
Un evento vero, partecipato, tutti concordi, con CAMILLO LANGONE, quando nell’orazione finale rivolgendosi a San Giuseppe da Copertino ha chiesto: «ti prego di ridurre la permanenza in purgatorio a Carmelo qualora sia in purgatorio (…). I suoi primi critici, stroncatori, scommettevano sull'inferno (…) dopo la prima di Salomè nel 1964 scrissero “dinanzi a personaggi come Carmelo Bene nulla può la critica teatrale debbono intervenire i carabinieri”. Carmelo, come te, San Giuseppe, cominciò nell'incomprensione. È frequente nei grandi artisti come nei grandi santi cominciare e spesso anche continuare nell'incomprensione; quante denunce, quanti commissariati, a Lecce fosti addirittura rinchiuso in una specie di manicomio (…) dicevano che eri pazzo. E anche di te, San Giuseppe, dicevano che abusavi della credulità popolare. Quante denunce, quanti Santi Uffizi, quante celle di isolamento nei conventi più remoti dell'appennino, per impedirti di dire messa in pubblico, nessuno doveva vederti volare».
Ieri, a Otranto, abbiamo un po’ tutti volato, rapiti dalla bellezza e dalla passione per un uomo e per l’incanto che la sua VOCE ancora dona.
 
Nelle immagini di #RaffaelePuce, il racconto della serata.