
Il fondo librario, formato da oltre seimila volumi, proviene dalla biblioteca di Bene e rappresenta la mappa di un sistema mentale di estrema complessità la cui ricchezza di riferimenti letterari, filosofici ed artistici riflette la vasta cultura del Genio.
Oltre seimila volumi della biblioteca personale di Carmelo Bene. Ne aveva oltre ventimila a Roma, circa duemila nella casa di Otranto. La mappa di un sistema intellettuale e creativo unico per la ricchezza di riferimenti letterari, artistici, filosofici in cui si fondono, letteratura alta e feuilleton, Collodi e Shakespeare, santa Teresa d’Avila e Restife de la Bretonne, Dante e l’amato Joyce.

“Non si legge, come ha detto qualcuno, per giudicare i capolavori, ma per verificare quanto noi si vale. Valgo un bel niente. Intraleggo…” C. B. in Dotto
Biblioteca indispensabile per capire il rapporto di Bene con i suoi maestri e autori preferiti non solo i titoli delle sue letture ma sottolineature, glosse, appunti, post it. Un sistema di confronto e consultazione.

“Dai trenta ai quarantacinque anni ho letto moltissimo. …La questione è sempre la stessa, togliersi di mezzo, vanificare la lettura consumandola” C. B. in Dotto
Un confronto attivo e impegnativo, di lettura critica e di ri-scrittura, reinterpretazione della letteratura del passato e contemporanea.

“Il libro essendo cieco graziato dall’immagine non mi ha mai inflitto l’allergia del museo“ C. B.
Testi a cui lui si accosta, profanandoli e che utilizza attraverso l’allusione, la parodia.
Un sistema di confronto serrato e multimediale, che suggerisce indicazioni inedite sul suo lavoro.
“Io mi vergogno di scrivere. Mi diverte, mi appassiona riscrivere, per la semplicissima ragione che mi ritengo un critico, un artista. Critica è l’ironia e la lirica” C. B. in Dotto
“Non esistono autori, non esiste nemmeno un maggiore o un minore” C. B. in Dotto